“IL PIZZO NON LO PAGO – Costa più di una lavatrice” (2010)
Materiali: Legno, metacrilato inciso a mano, chiodi in oro, neon
Misure: Asse x lavare: cm. 54x80x64
Gioielli ispirati all’installazione
Recupero casuale di un’asse da lavare in legno, strumento utilizzato in passato dalle massaie, utensile che, oggi, nelle case è definitivamente scomparso a favore degli elettrodomestici, oggetto che rimane solo più nella memoria e nei ricordi di coloro che lo hanno utilizzato. In il pizzo non lo pago voglio quindi interrogare la materia grezza del legno, come a riportare in luce qualcosa che è segretamente conservato nel legno, nella sua storia. Chissà, infatti, quante mani lo avranno sfregato per lavare gli indumenti e sulla superficie ancora si possono cogliere al tatto le zone più lise. Nell’esplorazione del materiale nell’intervento dell’artista ricade sul plexiglass, materiale a lei caro per la sua consistenza “contrastante” di superficie definita, ma al tempo stesso leggera, e attraverso la cui trasparenza è possibile vedere ooltre. La ricerca delle tracce del passato avviene nel legno, attraverso la stratificazione dei segni di chi ha adoperato l’asse. Come una sorta di abluzione tipica di un lavaggio, di un battesimo o di qualsiasi forma di purificazione, l’artista scava nel passato, nella sua storia
per uscire “nuova”, o forse solo ripulita. Ma ecco che l’installazione si completa con l’aggiunta di chiodi in oro, un neon bianco e un drappo in metacrilato ricamato con incisione a mano. Su questa superficie, infatti, ora liscia, scivolosa e luminosa, possono scorrere i miei desideri, limpidi e
cristallini pocihè, senza lenti e filtri, ma solo con l’autenticità dell’animo, “l’essenziale è invisibile per gli occhi”.
(Claudio Cravero)
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